NON AUTOSUFFICIENZA, FALLITO IL FAI DA TE TORNA IL CONFRONTO

Il tema sembrava sparito dall’agenda politica. Come se nel nostro Paese non esistessero tre milioni di persone – in gran parte anziane – in condizioni di estrema vulnerabilità. Il sindacato intende contribuire alla ripresa del dialogo con precise proposte
Dopo un lungo silenzio, il governo si è deciso a riaprire il confronto con sindacato e associazioni sulla non autosufficienza. Il tema sembrava sparito dall’agenda politica. Come se nel nostro Paese non esistessero tre milioni di persone (vedi Network Na Rapporto 2015), di cui 2,5 milioni anziane, in condizioni di non autosufficienza. Senza contare i loro familiari, i volontari che si prendono cura di loro, le lavoratrici e i lavoratori che si occupano del settore delle Ltc (Long term care: cure a lungo termine).
La ripresa del dialogo è stata possibile, e resa credibile, perché il Fondo per la Na, pur assolutamente insufficiente, con soli 400 milioni di euro, da quest’anno diventa stabile (fino a oggi è stato finanziato anno per anno) e permette quindi di ragionare in prospettiva. Il governo ha presentato una bozza di proposta di Piano nazionale (Pna) e per una possibile definizione dei Livelli essenziali per la Na (Lesna). La Cgil, insieme allo Spi, e naturalmente con Cisl e Uil, intende contribuire al confronto con precise proposte, che hanno fondamenta solide nella Legge di iniziativa popolare sulla Na, per la quale sono state raccolte oltre mezzo milione di firme nel 2005 e che, fatti i necessari aggiornamenti, è del tutto valida: un’attualità della proposta che dimostra quanto poco sia stato innovato il nostro welfare.

Leggi: Rassegna sindacale, 27/06/2016