La gestione dell’anziano fragile in un reparto di medicina con attenzione alla dimissione
La geriatria e la gerontologia hanno sviluppato negli anni il corpus scientifico (paradigmi, principi, lessico standard di riferimento: il “Canone geriatrico”) da cui devono trarre ispirazione e al quale devono attenersi le azioni per la cura dell’anziano. Questo articolo ha la finalità di descrivere, in modo sistematico, gli atti di cura del paziente anziano (la gestione) in ambiente ospedaliero relativamente al canone geriatrico: determinanti della salute dell’anziano, malattie e loro co-presenza, fragilità, disabilità, “burden of diseases” e complessità, valutazione multidimensionale, appropriatezza dei processi diagnostico-terapeutici, aspettative e del paziente e dei familiari, outcome raggiungibili durante il ricovero, dimissione, aspetti sociali ed extraclinici in grado di condizionare la traiettoria di salute.
di Renzo Rozzini (Direttore del Dipartimento di Geriatria della Fondazione Poliambulanza-Istituto Ospedaliero Brescia)
“Anche se non pretendo di essere una specialista in geriatria, sono stata per anni molto interessata al problema dell’invecchiamento; oggi ritengo che solo il riconoscimento di una specializzazione medica specifica potrà affrontare il problema della cura dei pazienti anziani in modo appropriato. Solo in tempi relativamente recenti la pediatria è stata riconosciuta come specialità autonoma e per questo apprezzata: quando ero studente i bambini venivano ricoverati in reparti per adulti (non c’erano reparti a loro riservati), ritenendo che medici internisti e infermieri avessero competenza più che sufficiente per la loro cura. Oggi lo stesso atteggiamento vale nella cura degli anziani: il risultato è che l’attenzione loro riservata negli ospedali (priva di conoscenze specifiche) è nella maggior parte dei casi scadente e, ugualmente inadatta, quella erogata nei cronicari, privi di qualsiasi armamentario per la diagnosi, di strumenti per la ricerca e per terapia… Con questi punti in mente e, con la consapevolezza che il problema della cura degli anziani è destinato a crescere negli anni a venire, non posso che sostenere con forza l’inclusione della geriatria nel curriculum dello studente di medicina”.
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