Gli anziani depressi e costretti in casa possono giovarsi di interventi di telemedicina condotti da counselor volontari, debitamente formati. Uno studio dell’Università del Texas ha valutato 277 pazienti, avviandoli a diversi percorsi terapeutici realizzati in video-conferenza. Particolarmente efficaci si sono rivelati il “problem solving” e la terapia di attivazione comportamentale
Le visite “da remoto” effettuate da counselor volontari possono migliorare la depressione negli anziani costretti in casa, anche se non sono efficaci quanto le sedute con medici specializzati. Questa evidenza emerge da uno studio condotto dalla Steve Hicks School of Social Work dell’Università del Texas di Austin.
“I counselor volontari possono fare un ottimo lavoro nel servire le popolazioni svantaggiate, come appunto gli anziani costretti in casa”, sottolinea l’autrice principale dello studio, Namkee Choi.
Lo studio
I ricercatori hanno reclutato 277 pazienti con un’età media di 67,5 anni. La maggior parte dei partecipanti (193, 69,7%) era di sesso femminile.
Dei 277 partecipanti, 90 sono stati assegnati a caso a ricevere una terapia di attivazione comportamentale in video conferenza (tele-BA), 93 sono stati randomizzati al “problem solving” in video conferenza (tele-PST) e 94 sono stati assegnati a un gruppo di controllo dell’attenzione (AC), che ha ricevuto telefonate di supporto. I partecipanti nei bracci attivi dello studio hanno ricevuto un’ora di seduta in telemedicina a settimana per cinque settimane, mentre il gruppo di controllo ha ricevuto una telefonata di 30-45 minuti a settimana per cinque settimane.

Leggi: Quotidiano Sanità, 02/09/2020